Propongo una nuova traduzione della lettera che Freud scrisse a fine marzo 1926 a Paul Federn, a quel tempo sostanzialmente a capo della Società Psicanalitica Viennese.
Esprime una forte reazione di fronte all’atteggiamento conservativo degli analisti viennesi che respingono l’istanza dell’analisi laica. È allo stesso tempo una chiara manifestazione della risolutezza con la quale affronterà da quel momento in poi la questione, in particolare nel testo omonimo che scriverà pochi mesi dopo e che costituirà l’inizio simbolico di una discussione che ancora oggi non ha trovato soluzione.
Nell’ultimo capoverso si addensano elementi che ritroveremo nel successivo svilupparsi della questione laica: la metafora bellica e lo strutturarsi della discussione su basi conflittuali. Ne è espressione, ancora oggi, il concetto di “difesa della psicanalisi”. In entrambi i casi la dimensione scientifica passa in secondo piano.
Freud sembra già consapevole nel 1926 che dovrà occuparsi dell’autonomia della psicanalisi “fino a che vivrà”. È stato buon profeta: dal suo esilio londinese scriverà nel febbraio 1939, con ancora più durezza, le stesse cose.
L’espressione che vuole la psicanalisi “inghiottita” dalla medicina richiama un passaggio del settimo capitolo de “La questione dell’analisi laica”:
Noi, infatti, non ci teniamo affatto che la psicanalisi venga inghiottita dalla medicina, magari archiviata definitivamente in qualche manuale di psichiatria, al capitolo terapia, insieme a trattamenti come suggestione ipnotica, autosuggestione, persuasione che, generati dalla nostra ignoranza, devono la loro effimera efficacia all’inerzia e alla vigliaccheria delle masse umane.
Ma soprattutto un passaggio del “Poscritto” (1927):
In realtà ancora oggi diffido dei medici, perché non so se il loro corteggiare la psicanalisi sia da ricondurre al primo o al secondo sottostadio della teoria della libido secondo Abraham, cioè se vogliano impossessarsi dell’oggetto per distruggerlo o per conservarlo.
27.III.1926
Caro Dottore!
La ringrazio per la Sua dettagliata relazione sulla discussione della questione laica che ha avuto luogo nella Società.
A mio parere, con essa non è cambiato nulla. Non pretendo che i membri abbraccino le mie opinioni, ma io le sosterrò, così come sono, in privato, in pubblico e in tribunale, anche se dovessi rimanere da solo. Per ora c’è sempre qualcuno di loro che sta dalla mia parte.
Fino a che si potrà evitarlo, non monterò un caso sulla divergenza rispetto agli altri. Se la faccenda diventasse più importante, sfrutterei l’occasione per rinunciare alla presidenza, ora solo nominale, senza rovinare i nostri soliti rapporti.
Una volta o l’altra la battaglia per l’analisi laica va combattuta fino in fondo. Meglio ora che in seguito. Fino a che vivrò, mi opporrò a che la psicanalisi venga inghiottita dalla medicina. Non c’è naturalmente alcun motivo per tener nascoste ai membri della Società queste mie affermazioni.
Cordiali saluti,
il Suo Freud
27.III.1926
Lieber Herr Doktor!
Ich danke Ihren ausführlichen Bericht über die Diskussion der Laienfrage in der Vereinigung.
An meiner Stellungnahme wird dadurch nichts geändert. Ich verlange nicht, daß die Mitglieder sich meinen Anschauungen anschließen, aber ich werde dieselben privatim, öffentlich und vor dem Gericht ungeändert vertreten, auch wenn ich allein bleiben sollte. Vorläufig sind ja immer einige unter Ihnen, die auf meiner Seite stehen.
Aus der Differenz mit den anderen werde ich keine Affaire machen, solange sich dies vermeiden läßt. Gewinnt die Angelegenheit an Bedeutung, so werde ich allerdings die Gelegenheit dazu benützen, ohne Störung unserer sonstigen Beziehungen den derzeit nur nominellen Vorsitz der Gesellschaft aufzugeben.
Der Kampf für die Laienanalyse muß irgendeinmal ausgefochten werden. Besser jetzt, als später. Solange ich lebe, werde ich mich dagegen sträuben, daß die Psychoanalyse von der Medizin verschluckt wird. Es ist natürlich kein Grund, diese meine Äusserungen vor den Mitgliedern der Vereinigung geheim zu halten.
Mit herzlichen Grüßen
Ihr Freud
E’ chiara e paradossale la posizione di Freud: non vuole la psicanalisi inghiottita dalla medicina ma, invece di combattere l’assetto medico della psicanalisi, combatte i medici.