Propongo una nuova traduzione tratta dall’epistolario fra Sigmund Freud e Wilhelm Fliess. Nella lettera del 16 Aprile 1900 Freud anticipa all’amico e collega alcune intuizioni sulle dinamiche che sembrano contrassegnare la conclusione asintotica della cura psicoanalitica. La “apparente infinitezza” dell’analisi, tema che verrà ripreso e sviluppato nello scritto del 1937 Die endliche und die unendliche Analyse, viene messo in tensione, tramite un efficace riferimento clinico, con il fenomeno del transfert.
Vienna, 16 aprile 1900
Caro Wilhelm!
Questo è il saluto concordato dalla terra del sole. Io non ci sono ancora arrivato. La destinazione, fissata per Trento e il Lago di Garda, prima di tutto, è stata avvicinata, in quanto il mio compagno temeva le ventidue ore del ritorno, e io ero d’accordo con lui. In seguito è arrivata la notizia che dove volevamo andare c’era molta neve, quasi quanta a casa. Poi, venerdì si è rivelato una misera giornata di pioggia. Poi Martin improvvisamente si ammalò e decisi di rimanere. Infine fu sabato: tempo sopportabile, ma tutti e cinque – dopo Mathilde – a letto con la varicella. Naturalmente non era nulla di grave, ma così tanti inconvenienti insieme che sono felice di essere ancora a casa.
Tu hai pienamente ragione, i miei desideri non sono molto flessibili; nel caso di una parziale rinuncia, subito mi capita di non essere più felice per il “bottino”. Così è stato anche qui.
Voi eravate intanto a Dresda per dimenticare più in fretta i contrattempi domestici, fortunatamente di poca importanza. Vengono distribuiti in modo comico. Sì, noi abbiamo tutti gli altri possibili e immaginabili, ma propriamente nulla di questo tipo. A casa fila liscio e il personale è leale e perseverante. Ogni stadio della cultura ha le sue particolari rogne.
E. ha infine concluso il suo percorso di paziente venendo a cena a casa mia.1 Il suo enigma è quasi completamente risolto, il suo stato è eccellente, il suo essere è completamente cambiato, dei sintomi attualmente permane un resto. Comincio solo a capire che l’apparente infinitezza della cura è un qualcosa di regolare ed è legata al transfert.2 Spero che questo resto non ne pregiudichi l’esito pratico. Se avessi voluto, avrei potuto portare avanti la cura, ma tale prolungamento mi è parso come un compromesso tra l’essere sano e l’essere malato, un compromesso che i pazienti stessi desiderano e al quale pertanto il medico non deve accondiscendere. La conclusione asintotica3 della cura in sostanza non mi preoccupa, è più che altro una delusione per chi è fuori. Ad ogni modo terrò d’occhio il mio uomo. Poiché egli ha dovuto pagare il fio di tutti i miei errori tecnici e teorici, penso di poter risolvere un caso simile in metà del tempo. Possa Iddio mandarmelo presto.
L.G. procede benissimo. Con lei non c’è più pericolo d’insuccesso.
Forse qualcosa mi spinge verso la sintesi, ma devo trattenermi.
Vienna è poi Vienna, enormemente ripugnante. Se infine dicessi, la prossima Pasqua a Roma4, mi sentirei come un ebreo devoto. Così diciamo, piuttosto, incontriamoci in estate o in autunno a Berlino o dove tu vorrai.
Un affettuoso saluto.
tuo Sigm.
Note
1 Questo paziente viene nominato per la prima volta nella lettera 60 e viene quindi menzionato continuamente. Il protrarsi del suo trattamento per cinque anni e lo scandalo che questo suscitò (per esempio in Breuer) vengono ricordati anche nell’Interpretazione dei sogni (1899, p. 399). (S)
2 È questa la prima intuizione del ruolo del transfert nella terapia psicoanalitica, Freud conosceva le difficoltà che nascevano dai fenomeni di transfert dal tempo in cui praticava la terapia ipnotica (vedi Autobiografia, 1924c, pp. 94 sg.). Dal Frammento di un’analisi d’isteria (1901b), che ci informa della tecnica usata da Freud nel periodo in cui fu scritta questa lettera, sappiamo che egli non aveva ancora imparato la tecnica per padroneggiare il transfert. Egli elaborò per la prima volta la teoria del transfert in un poscritto a quel saggio (ibid., pp. 346 e sgg.). La mancanza di una completa comprensione della dinamica del transfert spiega i contatti personali che Freud aveva avuto, a quel tempo, con alcuni suoi pazienti. (K)
3 Freud scrive “assymptotische” (al posto di “asymptotische”)
4 Espressione costruita secondo il detto ebraico “L’anno prossimo a Gerusalemme”. (K)
Bibliografia
S. Freud, Briefe an Wilhelm Fliess 1887-1904: Ungekürzte Ausgabe Gebundene Ausgabe, Fischer, Francoforte 1999.
S. Freud, Lettere a Wilhelm Fliess (1887-1904), Boringhieri, Torino 2008.
S. Freud, Die Traumdeutung (1900), trad. it. S. Freud, L’interpretazione dei sogni, in Opere di Sigmund Freud, vol. III, Boringhieri, Torino 1967.
S. Freud, Bruchstück einer Hysterie-Analyse (1905), trad. it. S. Freud, Frammento di un’analisi di isteria, in Opere di Sigmund Freud, vol. IV, Boringhieri, Torino 1970, pp. 299-402.
S. Freud, Selbstdarstellung (1924), trad. it. S. Freud, Autobiografia, in Opere di Sigmund Freud, vol. X, Boringhieri, Torino 1980, pp. 69-141.
Di seguito il testo originale:
Wien 16.4.1900
Teurer Wilhelm!
Dies der bestellte gruß aus dem Lande des Sonnenscheines. Ich bin nämlich wieder einmal nicht hingekommen. Das Reiseziel, auf Trient und den Gardasee angesetzt, zog sich zuerst näher heran, weil mein Begleiter die 22stündige Rückfahrt fürchtete, wobei ich ihm recht geben mußte. Dann hörten wir, daß dort, wohin wir wollten, sehr viel Schnee liege, beinahe soviel wie zu Hause. Dann wurde der Freitag ein elender Regentag. Dann plötzlich erkrankte Martin, und Ich beschloß zu bleiben. Endlich war Samstag, das Wetter erträglich, aber alle fünf – nach Mathilde – lagen mit Varicellen zu Bett. Es ist natürlich nichts Ernsthaftes, aber doch soviel gesammelte Unannehmlichkeit, daß ich ganz froh bin, noch zu Hause zu sein.
Du hast ganz, meine Wünsche sind nicht sehr schmiegsam; bei einem teilweisen Verzicht kommt es dann bald zustande, daß mich die ganze Leich nicht mehr freut. So war es auch hier.
Ihr wart unterdes in Dresden, häusliches Ungemach – von kleinem Kaliber zum Glück – rascher zu vergessen. Es sind komische Verteilungen. Wir haben doch alles mögliche andere, aber gerade in der Art nichts. Das Haus geht glatt, und die Leute sind treu und ausdauernd. Jede Kulturstufe hat so ihre besonderen Beschwerden.
E. hat endlich mit einer Abendeinladung in meinem Hause seine Laufbahn als Patient beschlossen.I Sein Rätsel ist fast ganz gelöst, sein Befinden vortrefflich, Wesen ganz verändert, von den Symptomen ist derzeit ein Rest geblieben. Ich fange an zu verstehen, daß die scheinbare Endlosigkeit der Kur etwas Gesetzmäßiges ist und an der Übertragung hängt.II Ich hoffe, daß dieser Rest den praktischen Erfolg nicht beeinträchtigen wird. Es lag nur an mir, die Kur noch weiter fortzusetzen, aber mir ahnte, daß dies ein Komprimiß zwischen Krank- und Gesundsein ist, den sich die Kranken selbst wünschen, auf den der Arzt darum nicht eingehen soll. Der asymptotischeIII Abschluß der Kur, mir im Wesen gleichgiltig, ist immerhin eine Enttäuschung mehr für due Außenstehnden. Ich behalte den Mann übrigens in Auge. Da er alle meine technischen und theoretischen. Irrtümer hat mitmachen müssen, so meine ich wohl, ein nächster Fall wäre in der Hälfte dieser Zeit zu lösen. Der Herr sende nun diesen nächsten.
G. geht es sehr gut. Die wird kein Mißerfolg mehr.
Gelegentlich rührt es sich zur Synthese, aber ich halte es nieder.
Wien ist sonst Wien, also höchst ekelhaft. Wenn ich schließen würde: nächste Ostern in Rom,IV Käme ich wie ein frommgläubiger Jude vor. Also lieber auf Wiedersehen im Somme oder Herbst in Berlin oder wo Du willst.
Herzlichsten Gruß
Dein Sigm.
I Dieser Patient wird wohl erstmals in Brief 60 erwähnt und taucht dann passim immer wieder auf. Die fünfjährige Dauer seiner Behandlung und das Aufsehen, das dieser Umstand (etwa bei Breuer) hervorrief, werden auch in der Traumdeutung (Freud 1900a, S. 438) erwähnt. (S)
II Es ist dies der erste klare Hinweis auf die Rolle der Übertragung in der psychoanalytischen Therapie. Die Schwierigkeiten, die sich durch Übertragungsphänomene ergaben, waren Freud schon begegnet, als er noch hypnotische Kuren vornahm (siehe Freud 1925d, S. 52). Aus dem >Bruchstück einer Hysterie-Analyse<, das uns mit Freuds Technik zur Zeit des vorliegenden Briefes bekannt macht, wissen wir, daß Freud die Übertragung damals technisch noch nicht zu meistern verstand; im Nachwort dieser Veröffentlichung hat Freud dann die Theorie der Übertragung zum ersten Male entwickelt (1905e, S. 279ff.). Das nach unvollkommene Verständnis für die Dynamik der Übertragung erklärt auch den um diese Zeit vorkommenden persönlichen Kontakt Freuds mit manchen seiner Patienten. (K)
III Freud schreibt: assymptotische.
IV Dem jüdischen Gruß: »Nächstes Jahr in Jerusalem«, nachgebildet. (K)