Propongo una nuova traduzione di una lettera che Freud scrisse nel luglio 1926 al giornale viennese “Neue Freie Presse”.
In essa compare una difesa di due laici eccellenti, Theodor Reik e Anna Freud, rei di aver offuscato la fama degli analisti medici. Freud ne approfitta poi per annunciare l’imminente pubblicazione de “La questione dell’analisi laica” proponendone un brevissimo riassunto.
[Neue Freie Presse: Il Dott. Reik e la questione dei guaritori* (1926)
Una lettera del Professor Freud alla »Neue Freie Presse«]
Stimata redazione,
in un articolo del vostro giornale del 15 c.m., viene trattato il caso del mio allievo Dott. Th. Reik. Precisamente nel paragrafo intitolato »Notizie dai circoli psicanalitici«, c’è un passo su cui vorrei fare alcune rettifiche. Ivi è scritto:
“… negli ultimi anni si è convinto che il Dott. Reik, acquisita una chiara fama con i suoi lavori filosofici e psicologici, abbia assai maggiore talento per la psicanalisi rispetto ai medici che si riconoscono nella scuola freudiana, e solo a lui e alla propria figlia Anna, la quale si è dimostrata particolarmente abile nella difficile tecnica della psicanalisi, egli ha affidato i casi più difficili.”
Credo che il Dott. Reik stesso sarebbe il primo a respingere una tale motivazione dei nostri rapporti. È vero invece che io ho fatto ricorso alla sua bravura per casi particolarmente difficili, ma solo per quelli nei quali i sintomi erano lontani dall’ambito somatico. Non ho mai mancato di dire al paziente che egli non è medico ma psicologo.
Mia figlia Anna si è dedicata all’analisi pedagogica su bambini e adolescenti. Finora non le ho assegnato nemmeno un caso di malattia nevrotica grave in un adulto. Ad oggi l’unico caso clinico che lei ha trattato era caratterizzato da sintomi gravi che lambivano lo psichiatrico e le è valso l’approvazione dei medici, avendo ottenuto un pieno successo.
Annuncio di una pubblicazione “Sulla questione dell’analisi laica”
Approfitto di questa occasione per comunicare che ho appena dato alle stampe un libretto “Sulla questione dell’analisi laica”. In esso cerco di mostrare cosa sia una psicanalisi; cosa pretenda dagli analisti; dibatto sui non facili rapporti fra psicanalisi e medicina e da questa esposizione faccio derivare quali serie perplessità emergano contro l’applicazione meccanica del paragrafo sui guaritori al caso dell’analista istruito.
Poiché ho rinunciato al mio studio viennese e ho limitato la mia attività al trattamento di un piccolissimo numero di stranieri, spero che per questo annuncio io non venga accusato di essermi fatto una pubblicità contraria alle regole professionali.
Con la massima stima,
il Vostro Professor Freud.
______
* [Apparso per la prima volta sulla “Neue Freie Presse” del 18 luglio 1926, p. 12 (incluso ›Annuncio di una pubblicazione Sulla questione dell’analisi laica‹).]
Nel passaggio in cui Freud riassume il proprio lavoro sulla questione dell’analisi laica, non traduco con “mostrare cos’è la psicoanalisi”, come è riportato nell’edizione della Boringhieri, ma con “mostrare cosa sia una psicanalisi”. Non è solo una questione linguistica, Freud afferma chiaramente nel suo testo del 1926 di proporsi il compito di spiegare ad una persona che non si è mai stesa sul divano cosa accada durante un trattamento psicanalitico. Quindi, anche nel passaggio successivo, è la situazione analitica, non la psicanalisi in astratto, a “pretendere” dall’analista una serie di competenze, ad esempio saper lavorare con il transfert e con le resistenze.
Di seguito il testo originale.
[Neue Freie Presse: Dr. Reik und die Kurpfuscherei.* (1926)
Eine Zuschrift des Professors Freud an die »Neue Freie Presse«]
Geehrte Redaktion!
In einem Artikel Ihres Blattes vom 15. d., der den Fall meines Schülers Dr. Th. Reik behandelt, und zwar in einem Abschnitt desselben, der »Mitteilungen aus Kreisen der Psychoanalytiker« überschrieben ist, findet sich eine Stelle, zu welcher ich mir einige berichtigende Bemerkungen gestatten möchte. Es heißt daselbst:
»… in den letzten Jahren habe er sich davon überzeugt, daß Dr. Reik, der durch seine philosophischen und psychologischen Arbeiten einen allgemein klingenden Namen erworben hat, für die Psychoanalyse eine weit größere Begabung besitzt als die Ärzte, welche sich zur Freudschen Schule bekennen, und nur ihm und seiner eigenen Tochter Anna, die sich für die schwierige Technik der Psychoanalyse in ganz besonderer Weise befähigt erwies, vertraute er die schwierigsten Fälle an.«
Ich glaube, Dr. Reik selbst wäre der erste, eine solche Motivierung unserer Beziehungen abzulehnen. Es trifft aber zu, daß ich seine Tüchtigkeit für besonders schwierige Fälle in Anspruch nahm, doch nur für solche, deren Symptome weitab vom körperlichen Gebiete lagen. Niemals habe ich versäumt, den Patienten zu sagen, daß er nicht Arzt, sondern Psycholog ist.
Meine Tochter Anna hat sich der pädagogischen Analyse an Kindern und Jugendlichen zugewendet. Ich habe ihr noch nie einen Fall von schwerer neurotischer Erkrankung bei einem Erwachsenen zugewiesen. Der einzige Krankheitsfall mit schweren, an das Psychiatrische streifenden Symptomen, den sie bisher behandelt, lohnte die ärztliche Einwilligung allerdings durch einen vollen Erfolg.
Ankündigung einer Publikation »Zur Frage der Laienanalyse«
Ich bediene mich dieser Gelegenheit, um mitzuteilen, daß ich eben eine kleine Schrift zur »Frage der Laienanalyse« dem Druck übergeben habe. Ich versuche in derselben zu zeigen, was ein Psychoanalyse ist, welche Ansprüche sie an den Analytiker stellt, erörtere die nicht einfache Beziehungen zwischen Psychoanalyse und Medizin und leite aus dieser Darstellung ab, welche schwere Bedenken sich gegen eine mechanische Anwendung des Kurpfuscherparagraphen auf den Fall des geschulten Analytikers ergeben.
Da ich meine Wiener Praxis aufgegeben und meine Tätigkeit auf die Behandlung einer sehr kleinen Zahl von Fremden beschränkt habe, hoffe ich, mir auch durch diese Ankündigung keine Anklage wegen standeswidriger Reklame zuzuziehen.
In vorzüglicher Hochachtung
Ihr Professor Freud.
Bibliografia
S. Freud, Dr. Reik und die Kurpfuschereifrage (1926), in Gesammelte Werke, Nachtragsband – Texte aus den Jahren 1885 bis 1938, Imago Publishing Co. Ltd., London 1996, pp. 715-717.
S. Freud, Il Dottor Reik e il problema dei guaritori empirici, in Opere di Sigmund Freud, vol. 10, Boringhieri, Torino 1978, pp. 425-430.
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